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1/2/2021 0 Comments

RECENSIONE "SE FOSSE TUO FIGLIO" DI NICOLO' GOVONI

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Titolo: Se fosse tuo figlio
Autore: Nicolò Govoni
Editore: Rizzoli
Pagine: 300

Conoscevo a sommi capi la storia di Nicolò, ragazzo italiano, ragazzo qualunque, che un giorno ha deciso di partire per fare volontariato in India e lì ha imparato gran parte di quello che c'è da imparare sulla vita (incluso: non aderire a progetti di volunturismo), ma la sua strada era solo all'inizio. In questo libro, narrato in prima persona, Nicolò ci accompagna nell'hotspot di Samos, un Inferno in Terra, costruito dalla e nella nostra Europa. Qui conosciamo alcuni dei suoi bambini e ragazzi, e le loro famiglie; tutte queste persone hanno un nome, una personalità e una storia. Ho particolarmente apprezzato questo aspetto perché di solito, quando parliamo di rifugiati o di persone bisognose in generale, la gente tende a fare di tutta l'erba un fascio ma, come dico sempre quando parlo dei "miei" bambini e ragazzi oncologici, dobbiamo tenere a mente che dietro ogni definizione si nascondono singoli individui.
Nicolò racconta le difficoltà proprie e degli altri volontari; accenna all'amore, decanta l'amicizia, decanta quindi un'umanità fatta da giovani che rifiutano di farsi piegare dal sistema. Egli racconta candidamente delle brutture, delle violenze e degli abusi che devono subire tanti di questi bambini e ragazzi; bambini e ragazzi che, nei loro Paesi, già hanno dovuto subire la guerra e la violenza. Bambini e ragazzi che sono scappati via mare perché l'alternativa sarebbe stata la morte. Bambini e ragazzi feriti, violentati, soli, spaventati... eppure, il sistema non prova affetto per loro. Nicolò descrive coraggiosamente un sistema che va a rotoli, mettendo nero su bianco i nomi dei colpevoli e della grande organizzazione che opera nel campo e che affigge la propria sigla ovunque, sulle tende, sulle bandiere e via dicendo ma quando si tratta di punire chi fa effettivamente del male a questi bambini, si gira dall'altra parte. Da varie storie raccontate nel libro è chiaro come per il sistema queste non siano persone a tutti gli effetti. Da sempre sono interessata al tema dei rifugiati, tuttavia non penso di avere le conoscenze adatte per sapere cosa succede davvero nei campi profughi. Questo libro illuminerà chi, come me, prova interesse per la causa, ma anche chi semplicemente è rimasto umano. Ci spiega cosa accade veramente; ci racconta le difficoltà, le minacce, ci mostra il coraggio di un giovane uomo che ha deciso di scegliere la verità e di raccontarla all'Italia intera.
Personalmente, quando ho letto che questa grande organizzazione si comporta in questo modo, calpestando a sua volta i diritti di chi dovrebbe proteggere, ci sono rimasta un po' di sasso, anche se, leggendo il libro, avevo intuito potesse trattarsi di loro: UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Da adolescente li sostenevo economicamente, convinta che fossero gli unici ad aiutare i rifugiati, e che lo facessero per bene. La colpa, come dice Nicolò stesso, alla fine non è dei singoli individui, ma di un sistema marcio.
E l'unico modo è cambiarlo, questo sistema.
Nicolò e la sua squadra lo stanno facendo, nonostante mille difficoltà: nel libro l'autore racconta l'idea di fondare la prima scuola per bambini profughi a Samos. Non è una passeggiata, ovviamente, ma un finanziatore anonimo dal cuore grande crede in questo sogno e la scuola diventa realtà. Nicolò trova tanto, perde tanto, deve venire a patti con il suo passato e costruire un presente che sappia di futuro per questi bambini e ragazzi. La sua è una sfida enorme; ci sono profughi dall'alba dei tempi e ce ne saranno sempre, ma condivido appieno la missione e il credo di Nicolò, penso sia importante renderci conto che queste persone sono come noi, hanno sogni, storie e speranze simili alle nostre. E' solo un caso se noi siamo al sicuro e loro sono dovuti fuggire dai loro Paesi. Dobbiamo ricordaci di essere umani, e lottare uniti contro un sistema che dà tanto (materialmente) a chi tanto ha già, e che lascia gli ultimi alla fine del percorso. Ma a volte, come dimostra Nicolò, bastano le parole giuste per far capire ai cosiddetti ultimi, che ultimi non lo sono affatto, ma che sono persone meravigliose con ogni diritti di essere felici e di andare avanti nella propria vita. Ho letto questo libro perché mi appresto a insegnare italiano come volontaria a ragazzi che sono arrivati a Roma da soli, in fuga dai loro Paesi per via della guerra e/o delle persecuzioni, e volevo farmi un'idea migliore di chi potrei trovare.
Non credo che questo libro mi abbia dato la risposta, semmai solo un'infarinatura, ma è giusto così, perché lo scoprirò solo conoscendoli. Mi ha dato, però, la conferma che noi tutti dobbiamo e possiamo fare qualcosa per far sì che questi giovanissimi che già hanno subìto tanto si integrino nella nostra società nel migliore dei modi, e siano visti e trattati come esseri umani. 

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    AUTRICE

    Benvenuti nel mio blog! Qui pubblico recensioni e segnalazioni di libri e film ma anche i miei pensieri a ruota libera, commenti sull'attualità, racconti di viaggio e tutto ciò che mi passa per la testa! Buona permanenza. Se vuoi che segnali o recensisca il tuo libro o film/cortometraggio, scrivimi: mariclapannocchia@outlook.it
    Le recensioni/segnalazioni saranno pubblicate qui, sul mio profilo Instagram e sulla pagina Facebook di Adolescenti e cancro, di cui sono fondatrice e Presidente, che conta oltre 9.000 sostenitori da tutta Italia. Leggo sia in e-book sia in cartaceo. Accetto tutti i generi tranne lavori che inneggiano alla violenza e/o alla discriminazione.

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